Cioè dai ragazzi seriamente?! Non mi posso assentare un paio di settimane che mi fate questo?! Neanche il tempo di fare un viaggio in Giordania (bellissimo, la consiglio, ma state attenti ai dromedari, la loro testa è davvero dura, specie se la prendete a testate come ha fatto il sottoscritto…) che in Italia si scatena il putiferio! E il tutto da che nasce? Da un tentato colpo di stato? dai salari che sono al collasso? dalle pensioni a 70 anni? dal debito pubblico che viaggia sul 140% del PIL e che strozzerà la nostra crescita per i prossimi decenni a venire? da attentati? da un allarme nucleare? dalla crisi alimentare? dalla guerra? dalla benzina a 2 euro al litro? dai migranti? dalla crisi energetica? dal Covid? dal salario minimo? dal derby Roma Lazio? dai balneari che rischiano di non avere più ombrelloni da piantare per far crescere soldi? dalla reversibilità di un recente illustre defunto? dagli alieni? tassa sul caffé?
Ma no signori! Ovviamente si scatena da….una pubblicità!!!
Inizio subito col dire la mia. Questa pubblicità è bellissima! O meglio, a me piace tantissimo! Fatta davvero bene, con attori che interpretano magnificamente la loro parte, e soprattutto, uno spot con una trama! Roba da fantascienza ai giorni nostri, dove gli spot non fanno altro che sbattere in faccia allo spettatore il loro prodotto con l’imperativo categorico ormai neanche più velatamente nascosto di comprare senza una giustificazione e senza neanche tentare di edulcorare la cruda e squallida esigenza delle multinazionali di vendere. Ti sbattono in faccia il prodotto e ti urlano “Compra!”. Almeno prima provavano a motivare, ad invogliarti, magari anche buttandola sullo scherzo, sull’ironico o perché no, sul melanconico, come in questo caso.
Qui si vuole non tanto vendere un prodotto quanto piuttosto invogliare a rivolgersi ad una catena di supermercati, dunque vendere un luogo dove scegliere cosa comprare. Un meta-prodotto se vogliamo. Giusto o sbagliato che sia, che rispetti o meno le preferenze dell’utente, tutti dobbiamo fare la spesa, tutti mangiamo, a tutti serve la carta igienica.
Ma allora, vi direte voi, se questo spot mi piace, perché ne sto scrivendo?
Ebbene, se vivete in Italia, il più magico dei paesi, vi sarete accorti di quanta risonanza abbia avuto. E sapete perché? Perché…sì, sono riusciti a strumentalizzare e politicizzare uno spot che ruota sul gesto bellissimo e plausibile di una tenera bambina che potrebbe essere la figlia che abbiamo, o del bambino/bambina che siamo stati, nel nobile e dolce tentativo di riappacificare i genitori.
Qualche parruccone ha pensato bene di vederci una chiave di lettura sociale, una critica ad una certa impostazione di famiglia, una strumentalizzazione di una bambina e dell’infanzia in generale ai fini di vendita e chissà cos’altro.
In particolare, alcuni “intellettuali” criticano questo spot che vorrebbe avallare un’idea di famiglia tradizionale, ossia esclusivamente eterosessuale e convivente. Non contenti, criticano che suddetta famiglia sia rappresentata in una fase poco felice e consona alla quotidianità auspicabile per ogni famiglia, ossia una separazione-divorzio (ma come, non erano anti tradizionalisti? ora vogliono la famiglia del Mulino Bianco?). Ancora meno contenti, crocifiggono l’atto della bambina di usare un ramoscello di ulivo simbolico, la pesca, appunto (ma come, non erano anti tradizionalisti? ora vogliono il pomo della discordia?). Infine, sempre più incattiviti, vedono la pubblicità come un potenziale innesco di cattivi ricordi e pensieri nella mente di potenziali bambini che si trovino ad affrontare nella vita reale una situazione familiare complessa e che casualmente si imbattano in questo spot. Come se tali sfortunati bambini avessero salame sugli occhi e cera nelle orecchie e solo questo spot li gettasse nella consapevolezza della difficoltà della quotidianità in cui vivono. Li prenderanno per cerebrolesi?
Non avrei mai creduto che si dovesse difendere uno spot da simili retrologie. Probabilmente neanche la nostra Presidente del Consiglio lo avrebbe mai creduto. E invece si è trovata a commentarlo, scommetto quasi con meraviglia e perplessità, immagino più che altro per sedare opposte correnti “politiche” che di meglio non hanno da fare che commentare cosa passa la televisione e sollevare polveroni sterili e ridicoli mettendo vigliaccamente in bocca a ipotetici spettatori feriti da tale spot la loro malizia, malafede e noia.
Come se in Italia ormai fosse un delitto esporre una tipologia di famiglia solo perché etichettata come “tradizionale”.
Come se in Italia fosse un delitto esporre un aspetto fisiologico non felice ma pur sempre reale, purtroppo possibile e sempre più attuale della vita di una famiglia.
Come se chi ha vissuto e superato tali momenti dovesse essere per forza colpito negativamente dal gesto della bambina, senza invece considerare la possibilità di vedere solo il gesto bellissimo ed innocente di una persona, gesto che potrebbe suscitare sensazioni positive e, perché no, magari tentativi di tenera emulazione.
A nulla valgono le dichiarazioni dell’ideatore dello spot, Luca Lorenzini, che aveva intenzioni semantiche molto più prosaiche e banali. Niente. Si è dovuto mettere al banco, i professoroni son dovuti salire in cattedra a dirgli cosa LUI aveva voluto dire con il suo spot.
Che poi mi dico, se anche avesse avuto intenzioni sovversive nei confronti dell’anti-tradizionalismo, non sarebbe suo sacrosanto diritto esprimersi in conformità alla libertà di espressione sancito dalla nostra Costituzione? I professoroni che sulla carta sono tanto garantisti come giustificano questo loro atteggiamento poco democratico? Come mai sono sempre loro a fare rumore? Come mai le parti politiche e opinioniste opposte non scalpitano quando in televisione vengono rappresentate famiglie omosessuali e/o eterocolorate sempre più surrettiziamente imposte negli e dagli spot pubblicitari?
Con tutti i problemi che abbiamo nel nostro Paese, ci si dovrebbe dedicare a pensieri molto più pragmatici, invece di portare avanti una causa puramente speculativa e strumentale. Queste persone con loro battaglie ridicole chi rappresentano? e da chi sono rappresentate? Personalmente non conosco nessuno che si sia sentito offeso da questa pubblicità. Leggete poi i commenti al video, tutti positivi e di elogio. Dunque loro a che titolo scatenano polemiche? Quale minoranza – se esiste tale minoranza – stanno imponendo a suon di urla scandalizzate?
Scommetto che un anno fa gongolavano se chiamare la Meloni “IL” o “LA” Presidente del Consiglio, gli stessi giorni in cui lei invece saliva al Governo.
Il mondo è fatto da chi fa. Chi fa il mondo fa la realtà. E poi c’è chi blatera…
Quindi scrivo questo post per dire a chi attacca questo spot con le motivazioni distorte ed improbabili che ho letto in rete: “Voi non state bene“.
In ogni caso un grande applauso ad Esselunga e a Luca Lorenzini.
Che piaccia o no questo spot, loro hanno fatto centro.
Esselunga la sa lunga…
Una cosa è ormai certa. Siamo in una società in cui non siamo più liberi neanche di non pensare, una società anni luce lontana da quella innocente e ingenua di solo qualche lustro fa, una società che non sa più sorridere.
E a me viene un dubbio. E se fosse stata una banana che succedeva?
Forse sarebbero stati tutti più contenti?
Del resto tutti sanno che l’uuuunico frutto dell’amor…